Utopia by Tommaso Moro

Utopia by Tommaso Moro

autore:Tommaso Moro [Moro, Tommaso]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788844053345
editore: Demetra
pubblicato: 2018-06-18T16:00:00+00:00


I rapporti sociali

Ora dirò come si comportano gli uni con gli altri, quali sono i rapporti fra le persone e come avviene la distribuzione d’ogni cosa. In primo luogo la città è formata da famiglie, solitamente costituite da vincoli di sangue. Quando si sposano, infatti, (se hanno l’età giusta) le donne vanno a vivere in casa del marito. I figli maschi invece, come tutti i discendenti di questo sesso, rimangono sempre nella stessa famiglia. Il capofamiglia è il maschio più anziano, a meno che la sua mente non vacilli per la vecchiaia: in questo caso lo sostituisce quello che gli è più vicino per età.

Per evitare che il numero prescritto di cittadini non cali né cresca mai oltre misura è stabilito che nessuna famiglia (in ogni città, non contando le campagne circostanti, ce ne sono seimila) abbia meno di dieci o più di sedici figli adulti. Per i fanciulli, infatti, non si può fissare alcun limite. Questa regola viene facilmente osservata assegnando i figli delle famiglie più numerose a quelle meno numerose. Se capita che tutta una città superi il numero prestabilito di nuovi nati, questi vengono mandati in un’altra che non ne ha abbastanza. Quando poi gli abitanti dell’intera isola divengono troppo numerosi, ne scelgono alcuni che vadano a vivere in una città costruita sulla più vicina terraferma, dove ci sono molti terreni incolti e abbandonati. La nuova città osserva le stesse leggi dell’isola e accoglie, qualora lo vogliano, anche gli indigeni del luogo. In tal caso i due popoli, unendosi e vivendo insieme, s’abituano presto agli stessi usi e costumi, e questo con gran vantaggio di entrambi. Infatti gli utopiani, con le loro leggi, fanno presto sì che una terra precedentemente inutile e insufficiente a nutrire gli indigeni arrivi a sostenere entrambe le popolazioni. Ma se gli abitanti della zona non accettano di vivere con loro e secondo le loro leggi, allora li cacciano dal territorio che hanno preso per sé. Se quelli si rifiutano o si ribellano, li combattono. Infatti sono convinti che non ci sia guerra più giusta di quella contro chi mantiene una terra improduttiva impedendo ad altri di possederla e coltivarla, quand’è legge di natura che la si possa sfruttare per ricavarne di che vivere. Se la popolazione d’una delle loro città diminuisce tanto da non essere possibile reintegrarla senza diminuire eccessivamente quella delle altre (cosa che a loro dire è successa solo due volte, dalla fondazione del Paese, per via d’una pestilenza), allora richiamano in patria gente dalle colonie. Infatti preferiscono la perdita d’una città coloniale al disagio di una della madrepatria.

Tornando ai rapporti fra le persone, il più anziano (come ho già detto) è il capofamiglia, le mogli servono i mariti, i figli i genitori e, in generale, i giovani obbediscono ai più vecchi. Ogni città è suddivisa in quattro aree uguali al cui centro c’è un mercato fornito d’ogni sorta di cose. Qui i prodotti del lavoro d’ogni famiglia vengono portati in determinati edifici, per essere divisi a seconda del genere e riposti nei magazzini.



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